Storie di successo-Treia

Il nostro secondo ospite della rubrica “Storie di successo” è il professor Federico Teloni dell’Istituto Comprensivo "Egisto Paladini" di Treia in provincia di Macerata.

Per raccontare questa storia facciamo un passo indietro, siamo tra l’agosto del 2016 e il gennaio del 2017 e il Centro Italia è stato duramente colpito dal terremoto. Tra le città maggiormente danneggiate c’è anche Treia, e l’11 settembre 2016 la scuola media Egisto Paladini viene dichiarata inagibile.

Nonostante le difficoltà la partecipazione al Premio di questa scuola è stata costante fin dal 2017, ottenendo negli anni, numerosi riconoscimenti.

1) Come siete riusciti a gestire la didattica, considerando anche il fatto che siete stati costretti a traslocare con la vostra sede e che molti ragazzi con le loro famiglie stavano vivendo un momento emotivamente drammatico?

È stata un’esperienza molto difficile da vivere ed anche da raccontare. In quei lunghi mesi siamo stati sempre guidati da un obiettivo: non lasciare soli i nostri alunni. Abbiamo abbandonato gli schemi “professionali” che ogni docente porta con sé (LIM, pc, laboratorio, aula docenti, cassetto personale, ecc.) e ci siamo inventati e abbiamo condiviso un nuovo modo di progettare le nostre lezioni. L’importante era stare con gli alunni. Le nostre auto erano diventate “aula docenti (con i libri e tutto il materiale occorrente sopra i sedili e nel bagagliaio), la lavagna con i gessetti veniva fotografata a fine lezione e il materiale condiviso nel pomeriggio con gli alunni tramite il registtro elettronico. Abbiamo acquistato dei kit pronti per gli esperimenti di scienze in modo che a fine lezione potevamo rimettere tutto nelle nostre auto.

Insomma, il terremoto è stata un’occasione per progettare nuovi spazi e metodi per unirci. Ho detto bene: unirci!

Infatti in quei periodi gli alunni sono stati molto responsabili, le famiglie collaborative, l’Amministrazione comunale sensibile alle nostre quotidiane esigenze. Abbiamo cercato di trasformare la difficoltà in opportunità per crescere. L’esperienza che abbiamo attraversato con il terremoto, e che ancora non abbiamo superato perché a distanza di sei anni non abbiamo una nuova sede scolastica, ci ha permesso di affrontare con immediatezza il periodo della DAD con il lockdown dovuto al COVID. Anche fin da febbraio 2020 l’obiettivo era non lasciare soli gli alunni e noi abbiamo avviato le prime lezioni online in DAD già dal 9 marzo 2020.

2) Che tipo di approccio addotta ogni anno nei confronti dei suoi studenti per motivarli al Premio Nazionale Federchimica Giovani?

Dovete sapere che io sono un chimico e prima di fare l’insegnante ho lavorato per sette anni in un’azienda multinazionale farmaceutica. Sono arrivato all’ insegnamento dopo aver compreso a pieno che la chimica è fondamentale per la vita di tutti i giorni. Utilizzando i materiali presenti nel vostro sito, inizio ogni anno scolastico affrontando il preconcetto negativo sulla chimica che si portano dietro gli alunni. Riflettono sull’importanza della chimica e vedono il video “Vivere senza chimica?”. Immediatamente gli alunni cambiano atteggiamento e recuperano motivazione. Il passaggio successivo è riflettere sul titolo del Premio nazionale: “Chimica, la scienza che salva il mondo”. Altro ingrediente essenziale è che io non lavoro da solo, ma siamo un gruppo di docenti che insieme condividono gli stessi valori. Ognuno di noi, con la propria disciplina, apporta un contributo importante.

3) Qual è l'aspetto che motiva lei come docente a partecipare, anno dopo anno, al Premio Nazionale Federchimica Giovani?

Trovo tante motivazioni a partecipare ogni anno. Innanzitutto ogni inizio anno scolastico aspetto sempre con curiosità gli argomenti che il Premio Federchimica chiede di sviluppare. Sono sempre stimolanti e molto efficaci dal punto di vista didattico. Partecipando al premio riesco a mantenere vivo in me tutto ciò che la chimica mi ha dato, fin da quando ero giovane studente universitario. Ho maturato nel tempo la consapevolezza che, anche essendo un docente di matematica e scienze di scuola secondaria di primo grado, posso mantenere viva in me la passione per la chimica e trasmetterla alle giovani generazioni. Ai miei alunni dico sempre che se ce l’ho fatta io ad entrare nel mondo della chimica ce la possono fare anche loro.

4) Ritiene che la partecipazione a questa esperienza sia efficace nell’orientamento e nell’avvicinamento a materie tecnico scientifiche? I suoi alunni fanno questa scelta dopo le medie?

Ritengo che sia molto efficace. Nella nostra scuola gli alunni arrivano in terza media con la consapevolezza che la chimica è una scienza che salva il mondo e se lo ricorderanno per tutta la vita. Molti studenti, a distanza di anni, mi dicono che ricordano con piacere il lavoro fatto per Federchimica. Diversi alunni e alunne scelgono di proseguire nella scuola secondaria di secondo grado verso il liceo scientifico, oppure verso l’Istituto tecnico a indirizzo chimico. Ma possiamo ancora fare molto. Nel nostro territorio maceratese abbiamo una “base” di scuola secondaria di primo grado che potrebbe lavorare in sinergia con i licei e gli istituti tecnici per promuovere la formazione verso le materie scientifiche e chimiche. La presenza dell’Università di Camerino, con il corso di laurea in Scienze e tecnologie chimiche, potrebbe fare il resto. 

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